Dopo la conferenza stampa-fiume di ieri, Matteo Renzi è partito con
la famiglia da Firenze per passare il capodanno a Courmayeur. Non prima,
però, di aver lanciato su Facebook l'ultimo messaggio di incitamento:
«Il 2015 si chiude con l'Italia che torna dopo anni al segno più. Il nostro obiettivo di seminare fiducia non è un generico ottimismo ma una precisa strategia», chiarisce rivolto a chi critica lo slancio con cui il premier descrive la ripresa del Paese. E, pur ammettendo che nel 2015 «abbiamo fatto molto, compreso qualche errore di troppo», garantisce che nel 2016 «faremo ancora di più». Dopo le polemiche dello scorso anno, quando si presentò con il volo di Stato nella località turistica in Valle D'Aosta, stavolta Renzi ha raggiunto le piste con la sua monovolume accompagnato da moglie e figli. Quattro giorni di sci e relax prima di presenziare lunedì, insieme a Sergio Marchionne, alla quotazione di Ferrari in Borsa, a Milano. Una presenza, quella di lunedì a Milano, a conferma del sodalizio con il numero 1 di Fiat Chrysler e, secondo il premier, un modo per spingere sull'immagine dell'Italia nel mondo.
«Sembrano numerosi - scrive su Fb rivolto ai "gufi" - quelli che protestano, che urlano che va tutto male, quelli che noi chiamiamo gufi perchè pur di andare contro il Governo sperano che l'Italia fallisca». Ma, incalza, «io sono certo che gli italiani sanno benissimo che l'unico modo per rilanciare questo bellissimo Paese è mettersi in gioco, rischiare, provarci». Il leader Pd, dopo che ieri ha titolato l'anno con «politica batte populismo 4 a 0», non sembra intenzionato a subire gli attacchi di avversari politici e «esperti del giorno dopo». Il fatto è, torna alla carica Renzi, che «dopo anni di immobilismo, finalmente la politica agisce, anzichè restare confinata a urlare nei talk-show». Dopo aver rivendicato con slide e gufi i successi del 2015, il premier assicura che l'anno prossimo non farà di meno ma di più. Unioni Civili, jus soli, «ritocco» della riforma delle pensioni sono alcuni dei dossier caldi mentre il traguardo politico è la vittoria al referendum sulla riforma istituzionale ad ottobre. Uno spartiacque, ha spiegato ieri il premier, per il governo: se fallisse, il governo andrebbe a casa. Un rischio che, però, il segretario Pd non teme di correre mentre è consapevole delle insidie delle elezioni amministrative di giugno in città come Roma e Napoli ma anche a Torino, dove la rottura con la sinistra potrebbe portare alla vittoria della candidata grillina. Nubi che però Renzi, animato da un ottimismo che rivendica, allontana almeno fino a gennaio. «Resto concentrato sul mio ruolo di premier», è la linea chiarita anche ieri per avvisare che le amministrative, a differenza del referendum, non saranno un test su di lui. Dopo la conferenza stampa-fiume di ieri, Matteo Renzi è partito con la famiglia da Firenze per passare il capodanno a Courmayeur. Non prima, però, di aver lanciato su Facebook l'ultimo messaggio di incitamento: «Il 2015 si chiude con l'Italia che torna dopo anni al segno più. Il nostro obiettivo di seminare fiducia non è un generico ottimismo ma una precisa strategia», chiarisce rivolto a chi critica lo slancio con cui il premier descrive la ripresa del Paese. E, pur ammettendo che nel 2015 «abbiamo fatto molto, compreso qualche errore di troppo», garantisce che nel 2016 «faremo ancora di più». Dopo le polemiche dello scorso anno, quando si presentò con il volo di Stato nella località turistica in Valle D'Aosta, stavolta Renzi ha raggiunto le piste con la sua monovolume accompagnato da moglie e figli. Quattro giorni di sci e relax prima di presenziare lunedì, insieme a Sergio Marchionne, alla quotazione di Ferrari in Borsa, a Milano. Una presenza, quella di lunedì a Milano, a conferma del sodalizio con il numero 1 di Fiat Chrysler e, secondo il premier, un modo per spingere sull'immagine dell'Italia nel mondo. «Sembrano numerosi - scrive su Fb rivolto ai »gufi« - quelli che protestano, che urlano che va tutto male, quelli che noi chiamiamo gufi perchè pur di andare contro il Governo sperano che l'Italia fallisca». Ma, incalza, «io sono certo che gli italiani sanno benissimo che l'unico modo per rilanciare questo bellissimo Paese è mettersi in gioco, rischiare, provarci». Il leader Pd, dopo che ieri ha titolato l'anno con «politica batte populismo 4 a 0», non sembra intenzionato a subire gli attacchi di avversari politici e «esperti del giorno dopo». Il fatto è, torna alla carica Renzi, che «dopo anni di immobilismo, finalmente la politica agisce, anzichè restare confinata a urlare nei talk-show». Dopo aver rivendicato con slide e gufi i successi del 2015, il premier assicura che l'anno prossimo non farà di meno ma di più. Unioni Civili, jus soli, «ritocco» della riforma delle pensioni sono alcuni dei dossier caldi mentre il traguardo politico è la vittoria al referendum sulla riforma istituzionale ad ottobre. Uno spartiacque, ha spiegato ieri il premier, per il governo: se fallisse, il governo andrebbe a casa. Un rischio che, però, il segretario Pd non teme di correre mentre è consapevole delle insidie delle elezioni amministrative di giugno in città come Roma e Napoli ma anche a Torino, dove la rottura con la sinistra potrebbe portare alla vittoria della candidata grillina. Nubi che però Renzi, animato da un ottimismo che rivendica, allontana almeno fino a gennaio. «Resto concentrato sul mio ruolo di premier», è la linea chiarita anche ieri per avvisare che le amministrative, a differenza del referendum, non saranno un test su di lui.
«Il 2015 si chiude con l'Italia che torna dopo anni al segno più. Il nostro obiettivo di seminare fiducia non è un generico ottimismo ma una precisa strategia», chiarisce rivolto a chi critica lo slancio con cui il premier descrive la ripresa del Paese. E, pur ammettendo che nel 2015 «abbiamo fatto molto, compreso qualche errore di troppo», garantisce che nel 2016 «faremo ancora di più». Dopo le polemiche dello scorso anno, quando si presentò con il volo di Stato nella località turistica in Valle D'Aosta, stavolta Renzi ha raggiunto le piste con la sua monovolume accompagnato da moglie e figli. Quattro giorni di sci e relax prima di presenziare lunedì, insieme a Sergio Marchionne, alla quotazione di Ferrari in Borsa, a Milano. Una presenza, quella di lunedì a Milano, a conferma del sodalizio con il numero 1 di Fiat Chrysler e, secondo il premier, un modo per spingere sull'immagine dell'Italia nel mondo.
«Sembrano numerosi - scrive su Fb rivolto ai "gufi" - quelli che protestano, che urlano che va tutto male, quelli che noi chiamiamo gufi perchè pur di andare contro il Governo sperano che l'Italia fallisca». Ma, incalza, «io sono certo che gli italiani sanno benissimo che l'unico modo per rilanciare questo bellissimo Paese è mettersi in gioco, rischiare, provarci». Il leader Pd, dopo che ieri ha titolato l'anno con «politica batte populismo 4 a 0», non sembra intenzionato a subire gli attacchi di avversari politici e «esperti del giorno dopo». Il fatto è, torna alla carica Renzi, che «dopo anni di immobilismo, finalmente la politica agisce, anzichè restare confinata a urlare nei talk-show». Dopo aver rivendicato con slide e gufi i successi del 2015, il premier assicura che l'anno prossimo non farà di meno ma di più. Unioni Civili, jus soli, «ritocco» della riforma delle pensioni sono alcuni dei dossier caldi mentre il traguardo politico è la vittoria al referendum sulla riforma istituzionale ad ottobre. Uno spartiacque, ha spiegato ieri il premier, per il governo: se fallisse, il governo andrebbe a casa. Un rischio che, però, il segretario Pd non teme di correre mentre è consapevole delle insidie delle elezioni amministrative di giugno in città come Roma e Napoli ma anche a Torino, dove la rottura con la sinistra potrebbe portare alla vittoria della candidata grillina. Nubi che però Renzi, animato da un ottimismo che rivendica, allontana almeno fino a gennaio. «Resto concentrato sul mio ruolo di premier», è la linea chiarita anche ieri per avvisare che le amministrative, a differenza del referendum, non saranno un test su di lui. Dopo la conferenza stampa-fiume di ieri, Matteo Renzi è partito con la famiglia da Firenze per passare il capodanno a Courmayeur. Non prima, però, di aver lanciato su Facebook l'ultimo messaggio di incitamento: «Il 2015 si chiude con l'Italia che torna dopo anni al segno più. Il nostro obiettivo di seminare fiducia non è un generico ottimismo ma una precisa strategia», chiarisce rivolto a chi critica lo slancio con cui il premier descrive la ripresa del Paese. E, pur ammettendo che nel 2015 «abbiamo fatto molto, compreso qualche errore di troppo», garantisce che nel 2016 «faremo ancora di più». Dopo le polemiche dello scorso anno, quando si presentò con il volo di Stato nella località turistica in Valle D'Aosta, stavolta Renzi ha raggiunto le piste con la sua monovolume accompagnato da moglie e figli. Quattro giorni di sci e relax prima di presenziare lunedì, insieme a Sergio Marchionne, alla quotazione di Ferrari in Borsa, a Milano. Una presenza, quella di lunedì a Milano, a conferma del sodalizio con il numero 1 di Fiat Chrysler e, secondo il premier, un modo per spingere sull'immagine dell'Italia nel mondo. «Sembrano numerosi - scrive su Fb rivolto ai »gufi« - quelli che protestano, che urlano che va tutto male, quelli che noi chiamiamo gufi perchè pur di andare contro il Governo sperano che l'Italia fallisca». Ma, incalza, «io sono certo che gli italiani sanno benissimo che l'unico modo per rilanciare questo bellissimo Paese è mettersi in gioco, rischiare, provarci». Il leader Pd, dopo che ieri ha titolato l'anno con «politica batte populismo 4 a 0», non sembra intenzionato a subire gli attacchi di avversari politici e «esperti del giorno dopo». Il fatto è, torna alla carica Renzi, che «dopo anni di immobilismo, finalmente la politica agisce, anzichè restare confinata a urlare nei talk-show». Dopo aver rivendicato con slide e gufi i successi del 2015, il premier assicura che l'anno prossimo non farà di meno ma di più. Unioni Civili, jus soli, «ritocco» della riforma delle pensioni sono alcuni dei dossier caldi mentre il traguardo politico è la vittoria al referendum sulla riforma istituzionale ad ottobre. Uno spartiacque, ha spiegato ieri il premier, per il governo: se fallisse, il governo andrebbe a casa. Un rischio che, però, il segretario Pd non teme di correre mentre è consapevole delle insidie delle elezioni amministrative di giugno in città come Roma e Napoli ma anche a Torino, dove la rottura con la sinistra potrebbe portare alla vittoria della candidata grillina. Nubi che però Renzi, animato da un ottimismo che rivendica, allontana almeno fino a gennaio. «Resto concentrato sul mio ruolo di premier», è la linea chiarita anche ieri per avvisare che le amministrative, a differenza del referendum, non saranno un test su di lui.
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