Uno scontro durissimo sulla legge di stabilità che non conosce mezzi
termini. Dopo la protesta in piazza di sabato, Renzi e i sindacati (la
Cgil in particolare) si lanciano nuovamente messaggi di guerra. Una
giornata iniziata con l'incontro tra governo e parti sociali e conclusa
con un fiammeggiante premier ospite di "Otto e Mezzo".
IRA SINDACATI. I
sindacati hanno incontrato oggi ministri che «non erano nelle
condizioni di rispondere», «non avevano il mandato», dice il segretario
generale della Uil, Carmelo Barbagallo. E la leader della Cgil, Susanna
Camusso, aggiunge: "Il problema è che non avevano mandato a discutere.
Questa è la sintesi del rispetto che si ha per le parti sociali", è
surreale".
IRA RENZI. «Trattare cosa? La cosa surreale è che
Camusso dica che si deve trattare. È giustissimo che sindacato tratti
ma tratta con gli imprenditori per salvare posti di lavoro. Il sindacato
non fa trattative con il governo, non chiede permesso, le leggi non si
scrivono con i sindacati ma in Parlamento». Così Matteo Renzi a '8 e
mezzo'.
"FACCIANO I DEPUTATI". «Se i sindacalisti
vogliono trattare si facciano eleggere, ce ne sono già, si troverebbero a
loro agio». Continua Renzi a Otto e Mezzo. «Io ho detto ai ministri -
prosegue il premier - che siamo disponibili ad ascoltare, ho detto che
questa è la nostra manovra, se avete considerazioni da fare vi
ascoltiamo se vi viene più comodo mandateci una mail, ma è ora di
finirla di pensare che si alza uno e blocca gli altri».
"NO ALLE ELEZIONI". «Io mi sento di escludere le
elezioni anticipate. Perchè credo che in questo momento l'Italia non ha
bisogno di un presidente del consiglio che prende voti ma di un governo
che cambia l'Italia. Se qualcuno in Parlamento si metterà contro, faremo
un pò più fatica».
A PICCO LE BORSE. Gli investitori non vanno tanto
per il sottile e bastonano l'Italia dopo l'esito degli esami della Bce.
Nonostante solo due banche - Mps e Carige - siano state bocciate dal
'comprehensive assessment' dell'Eurotower, tutto il comparto bancario è
stato tempestato dalle vendite. E lo spread tra Btp e Bund ha rialzato
la testa, portandosi a 168 punti base. Il Ftse Mib ha chiuso con un
tonfo del 2,4%, facendo molto peggio degli altri listini europei, da
Londra (-0,4) a Parigi (-0,8%), da Francoforte (-0,9%) a Madrid (-1,4%),
in una seduta su cui il sesto calo consecutivo dell'indice Ifo sulla
fiducia delle imprese tedesche ha rinnovato i timori sull'economia
dell'Eurozona. Le preoccupazioni sulla ripresa globale si sono riflesse
nelle quotazioni del petrolio, sceso nuovamente sotto gli 80 dollari in
corso di seduta a New York.
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martedì 28 ottobre 2014
Manovra, ira dei sindacati. Renzi a "Otto e Mezzo": "Vogliono trattare? Facciano i deputati"
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