Una scuola in Nepal in nome di Pietro Taricone. È uno dei progetti
benefici in favore dei bambini disagiati lanciati da Kasia Smutniak.
L'attrice che dal 2011 segue i progetti della Pietro Taricone Onlus, fondata da lei dopo la tragica scomparsa del compagno, avvenuta nel 2010.
E a Vogue l'attrice rivela: "Non vivo altro che per la fondazione".
I lavori per costruire la scuola nel Mustang in Nepal sono quasi finiti, ma il terremoto ha allungato i tempi: "Siamo stati fortunati - spiega l'attrice - eravamo preparati perché la nostra struttura è stata costruita per poter affrontare un giorno un terremoto. L'edificio della scuola è rimasto in piedi. Il Mustang, dove si trova la nostra scuola, è tra Tibet e Nepal, quindi la catena dell'Himalaya ci ha in qualche modo protetto. In questo momento stiamo preparando gli aiuti che devono essere trasportati nelle zone ancora non raggiunte dai soccorsi. Già prima del terremoto c'erano dei villaggi poco raggiungibili e la situazione si è aggravata ancora. Vi sono delle zone di cui non si sa nulla".
L'attrice era in Nepal fino alla settimana prima del terremoto: "Sono tornata poco prima del terremoto. Dovevo tornare a metà giugno ma ora servo più qua. Uno dei problema fondamentali è quello della logistica. L'aeroporto di Katmandu è bloccato, c'è caos e quindi arrivare da soli, senza organizzazione locale non aiuta, meglio organizzare le cose al meglio da qui ed è quello che sto facendo dal giorno del terremoto".
I lavori per costruire la scuola nel Mustang in Nepal sono quasi finiti, ma il terremoto ha allungato i tempi: "Siamo stati fortunati - spiega l'attrice - eravamo preparati perché la nostra struttura è stata costruita per poter affrontare un giorno un terremoto. L'edificio della scuola è rimasto in piedi. Il Mustang, dove si trova la nostra scuola, è tra Tibet e Nepal, quindi la catena dell'Himalaya ci ha in qualche modo protetto. In questo momento stiamo preparando gli aiuti che devono essere trasportati nelle zone ancora non raggiunte dai soccorsi. Già prima del terremoto c'erano dei villaggi poco raggiungibili e la situazione si è aggravata ancora. Vi sono delle zone di cui non si sa nulla".
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