Non fu semplice per Giovanni Mazzacurati riuscire ad aiutare l’ex ministro Pietro Lunardi
a pagare l’ingente somma - pari ad oltre 2 milioni di euro - che nel
2007 la Corte dei conti gli aveva imposto di risarcire per l’illecita
buonuscita accordata ad un alto dirigente Anas.
A fornire nuovi dettagli su uno dei più incredibili episodi relativi al
"sistema Mose", è stato lo scorso giugno l’ex responsabile della società
di costruzioni Condotte, Stefano Tomarelli.
L’ingegnere romano, in un lungo interrogatorio, ha ricostruito le
modalità con le quali l’uomo di fiducia di Mazzacurati, Luciano Neri, si
"inventò" una sorta di "colletta" a favore di Lunardi, da realizzare, però, non con il denaro delle aziende, ma con i soldi del contribuente.
A sollecitare un intervento a favore dell’ex ministro, era stato Gianni
Letta, a lungo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Silvio
Berlusconi. E a Venezia non si perse tempo: «Mazzacurati mi disse che
avrebbero potuto fare due riserve: una di Fincosit e una di Condotte,
fittizie, che, sommate 2 milioni l’una, 2 milioni l’altra, avrebbero
fatto 4 milioni». In sostanza Mazzacurati suggeriva di far lievitare
falsamente i costi di alcuni lavori del Mose: il ricavato (proveniente
dagli stanziamenti statali per l’opera) sarebbe stato poi girato all’ex
ministro. E voilà. Con i soldi spillati allo Stato, Lunardi avrebbe
potuto risarcire il danno all’Erario.
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domenica 2 novembre 2014
Lavori fasulli per aiutare l'ex ministro Lunardi con una "colletta" da 2 milioni
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