E' invisibile ad occhio nudo, ha un diametro di appena 15 metri, ma il
nuovo asteroide che stanotte ci sfiorerà (ad una distanza di circa 75
mila chilometri), mette lo stesso paura.
2015 HD1, questo il nome dato al corpo celeste, e’ stato scoperto appena
48 ore fa. Da una prima valutazione sembra sia molto simile a quello
esploso nel febbraio di due anni fa in Russia, nei cieli di Chelyabinsk.
L'ESPERTO «Non ci sono margini di rischio collisione – ha subtito rassicurato Gianluca Masi, astrofisico e responsabile del Virtual Telelescope – e va detto che noi astronomi siamo contenti di questo passaggio ravvicinato perché si tratta di un’occasione unica per poter studiare questi preziosi oggetti celesti. Se passasse più lontano non avremmo modo di poterlo osservare».
APRILE MESE RECORD Il mese di aprile è stato un mese record. Fino ad oggi, infatti, sono stati scoperti ben 20 Nea ((Near hearth asteroid). Quello che ci è arrivato più vicino è stato il cosiddetto 2015 GU delle dimensioni di 9 m che è passato a 0,2 Ld (Ld è la distanza tra la Terra e la Luna circa 384 mila km, ndr) lo scorso 12 aprile. Quello di stasera, invece, è un po' più grande e ci passerà alla distanza di 0.3 Ld. Il momento di minore distanza sarà domani mattina alle 10,15.
LA RETE DI AVVISTAMENTO Ma la rete di avvistamento Nea è sempre in allerta e già possiamo prevedere, per i prossimi mesi, altri passaggi.
I PROSSIMI ASTEROIDI Martedì 28 è previsto l'avvicinamento di 2015 GB14 delle dimensioni di 38 m, che passerà
alla distanza di 8.9 Ld dalla Terra. Poi il 17 maggio sarà la volta di 5381 Sekhmet delle dimensioni di 2.1 km, ma passerà molto lontano (62.8 Ld).
Due gli appuntamenti a giugno giovedì 4 e giovedì 11 quando, rispettivamenbte, solcheranno i cieli delle nostre parti 2005 XL80 (dimensioni di 1.0 km che passerà alla distanza di 38.1 Ld) e 2012 XB112 (2 metri di diametro con un passaggio dalla Terra di 10.1 Ld.
TOUTATIS FECE PAURA Tra i tanti asteroidi che si avvicinano al nostro pianeta, uno che ci fece paura fu Toutatis, nome preso da una divinità dell’olimpo gallico. In astronomia è più semplicemente un oblungo e informe asteroide di 5 chilometri di diametro la cui sigla è 4179 (1989 Ac). Quando fu scoperto destò non poche preoccupazioni, ma ora gli scienziati sono più tranquilli. Nessun probabile impatto, nessun “Armageddon”, nessun giudizio finale, insomma, a sentire gli astronomi, dovremo dormire sonni tranquilli e l’Apocalisse dovrà aspettare ancora un po’. Nel suo vagare nel Sistema solare, Toutatis, incontra l’orbita terrestre una volta ogni 4 anni. Nel dicembre 1992 scatenò le paure più recondite passando a “soli” 3.620.000 chilometri dal nostro pianeta. Fu scoperto il 5 gennaio 1989 da Alain Maurye Deran Mulholland ma precedenti verifiche stabilirono che il corpo celeste era stato già osservato negli anni ’30 da un “cacciatore” di pianetini belga, tale Eugene Delporte.
C'E' CHI VEGLIA SU DI NOI A vegliare su di noi è una rete internazionale che vede la partecipazione attiva degli scienziati dell’Inaf. Dal telescopio Schmidt di Campo Imperatore, ad esempio, vengono effettuate scansioni sistematiche del cielo. Ogni volta che si individua un oggetto minore viene segnalato al Minor Planet Center di Cambridge in Usa, il centro mondiale dove vengono elaborate le orbite e i potenziali allarmi. In Europa siamo leader. La stazione osservativa dell’Osservatorio di Roma, infatti, è quella più prolifica. In pochi anni di attività ha scoperto 1.600 nuovi asteroidi di cui 6 Neo (Near earth objects).
UN PEZZO DI ROCCIA CHE RUZZOLA Gli asteroidi hanno caratteristiche tutte particolari. Toutatis è uno dei più grandi potenzialmente pericolosi. Presenta una fra le più strane rotazioni mai osservate nel sistema solare. Invece di ruotare intorno ad un unico asse ruzzola. In soldoni si muove in modo analogo a quello di un pallone da rugby quando ribalza. GLI SCENARI Ma cosa potrebbe accadere in caso di impatto? Secondo la Nasa un corpo celeste con 5 chilometri di diametro potrebbe scatenare (se impattasse con l’Oceano) una gigantesca onda distruggendo insediamenti costieri e causando milioni di morti. Se impattasse sul suolo, invece, potrebbe cancellare l’intera Europa e sollevare una tale quantità di polvere che modificherebbe il clima, dando origine ad una mini era glaciale.
Il 30 giugno 1908 un oggetto di circa 50 metri di diametro cadde in Siberia. Devastò un’area di oltre 2.000 chilometri quadrati. Ogni paragone è superfluo.
L'ESPERTO «Non ci sono margini di rischio collisione – ha subtito rassicurato Gianluca Masi, astrofisico e responsabile del Virtual Telelescope – e va detto che noi astronomi siamo contenti di questo passaggio ravvicinato perché si tratta di un’occasione unica per poter studiare questi preziosi oggetti celesti. Se passasse più lontano non avremmo modo di poterlo osservare».
APRILE MESE RECORD Il mese di aprile è stato un mese record. Fino ad oggi, infatti, sono stati scoperti ben 20 Nea ((Near hearth asteroid). Quello che ci è arrivato più vicino è stato il cosiddetto 2015 GU delle dimensioni di 9 m che è passato a 0,2 Ld (Ld è la distanza tra la Terra e la Luna circa 384 mila km, ndr) lo scorso 12 aprile. Quello di stasera, invece, è un po' più grande e ci passerà alla distanza di 0.3 Ld. Il momento di minore distanza sarà domani mattina alle 10,15.
LA RETE DI AVVISTAMENTO Ma la rete di avvistamento Nea è sempre in allerta e già possiamo prevedere, per i prossimi mesi, altri passaggi.
I PROSSIMI ASTEROIDI Martedì 28 è previsto l'avvicinamento di 2015 GB14 delle dimensioni di 38 m, che passerà
alla distanza di 8.9 Ld dalla Terra. Poi il 17 maggio sarà la volta di 5381 Sekhmet delle dimensioni di 2.1 km, ma passerà molto lontano (62.8 Ld).
Due gli appuntamenti a giugno giovedì 4 e giovedì 11 quando, rispettivamenbte, solcheranno i cieli delle nostre parti 2005 XL80 (dimensioni di 1.0 km che passerà alla distanza di 38.1 Ld) e 2012 XB112 (2 metri di diametro con un passaggio dalla Terra di 10.1 Ld.
TOUTATIS FECE PAURA Tra i tanti asteroidi che si avvicinano al nostro pianeta, uno che ci fece paura fu Toutatis, nome preso da una divinità dell’olimpo gallico. In astronomia è più semplicemente un oblungo e informe asteroide di 5 chilometri di diametro la cui sigla è 4179 (1989 Ac). Quando fu scoperto destò non poche preoccupazioni, ma ora gli scienziati sono più tranquilli. Nessun probabile impatto, nessun “Armageddon”, nessun giudizio finale, insomma, a sentire gli astronomi, dovremo dormire sonni tranquilli e l’Apocalisse dovrà aspettare ancora un po’. Nel suo vagare nel Sistema solare, Toutatis, incontra l’orbita terrestre una volta ogni 4 anni. Nel dicembre 1992 scatenò le paure più recondite passando a “soli” 3.620.000 chilometri dal nostro pianeta. Fu scoperto il 5 gennaio 1989 da Alain Maurye Deran Mulholland ma precedenti verifiche stabilirono che il corpo celeste era stato già osservato negli anni ’30 da un “cacciatore” di pianetini belga, tale Eugene Delporte.
C'E' CHI VEGLIA SU DI NOI A vegliare su di noi è una rete internazionale che vede la partecipazione attiva degli scienziati dell’Inaf. Dal telescopio Schmidt di Campo Imperatore, ad esempio, vengono effettuate scansioni sistematiche del cielo. Ogni volta che si individua un oggetto minore viene segnalato al Minor Planet Center di Cambridge in Usa, il centro mondiale dove vengono elaborate le orbite e i potenziali allarmi. In Europa siamo leader. La stazione osservativa dell’Osservatorio di Roma, infatti, è quella più prolifica. In pochi anni di attività ha scoperto 1.600 nuovi asteroidi di cui 6 Neo (Near earth objects).
UN PEZZO DI ROCCIA CHE RUZZOLA Gli asteroidi hanno caratteristiche tutte particolari. Toutatis è uno dei più grandi potenzialmente pericolosi. Presenta una fra le più strane rotazioni mai osservate nel sistema solare. Invece di ruotare intorno ad un unico asse ruzzola. In soldoni si muove in modo analogo a quello di un pallone da rugby quando ribalza. GLI SCENARI Ma cosa potrebbe accadere in caso di impatto? Secondo la Nasa un corpo celeste con 5 chilometri di diametro potrebbe scatenare (se impattasse con l’Oceano) una gigantesca onda distruggendo insediamenti costieri e causando milioni di morti. Se impattasse sul suolo, invece, potrebbe cancellare l’intera Europa e sollevare una tale quantità di polvere che modificherebbe il clima, dando origine ad una mini era glaciale.
Il 30 giugno 1908 un oggetto di circa 50 metri di diametro cadde in Siberia. Devastò un’area di oltre 2.000 chilometri quadrati. Ogni paragone è superfluo.
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