Benevento. La Procura ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti,
dopo l'alluvione che ha sconvolto giovedì scorso il capoluogo e gran
parte della provincia. Si ipotizza il reato di inondazione colposa. La
notizia è trapelata ieri in tarda ora. È stato già nominato un perito
che effettuerà sopralluoghi anche nell'area della diga di Campolattaro
perché si sospetta che l'impianto non sia stato fatto funzionare in
maniera regolare. Intanto la Regione Campania ha riconosciuto lo stato
di emergenza per le zone colpite dall'alluvione mentre arrivava in città
il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio.
«Stiamo verificando le condizioni – ha detto Curcio - c'è un'istruttoria in corso che deve essere portata a termine e che presenteremo al Consiglio dei Ministri. Certamente è stato un evento importante».
Una giornata nervosa, convulsa quella vissuta ieri nel Sannio. Un altro avviso di criticità «arancione», proprio come quello che ha preceduto il disastro, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Anche il capo della Protezione Civile, che ha fatto tappa in prefettura per incontrare i sindaci dei comuni coinvolti e coordinare sul posto gli interventi necessari, mentre fuori la pioggia diventava incessante e dalla provincia arrivavano le notizie di esondazioni, smottamenti e strade interrotte. All'ingresso del Palazzo di governo la sfilata dei volti preoccupati dei primi cittadini sanniti, oltre agli stati generali delle istituzioni cittadine e regionali. Presente anche la Regione con l'assessore alle Attività Produttive Amedeo Lepore e il direttore del dipartimento della Protezione Civile Italo Giulivo. L'ufficio stampa della Regione ha poi reso noto che, nel corso dell'incontro operativo, «sono state comunicate le decisioni urgenti assunte in giunta sull'emergenza alluvione nel Sannio». Confermato l'ok alla richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale e raddoppiato lo stanziamento regionale per l'adozione di interventi urgenti e indifferibili: da 500mila euro al milione di euro. Chiesta anche una deroga al patto di stabilità per gli interventi legati agli eventi calamitosi. Resta però il nodo delle industrie, con 1500 posti di lavoro a rischio nel Sannio e le maggiori aziende ancora in ginocchio. Anche per questo la Regione ha stabilito un intervento di somma urgenza per l'area industriale, ieri sera di nuovo «invasa» dalle acque del Tammaro, che sarà coordinato dal sindaco Pepe, per inviare uomini e mezzi della Protezione civile nazionale. «Abbiamo immediatamente approvato - dice il governatore De Luca - la richiesta di stato di calamità e concordato il rafforzamento delle strutture della Protezione Civile nelle aree colpite. Riconfermiamo il nostro sforzo eccezionale, a cominciare dal ripristino delle infrastrutture viarie».
«Stiamo verificando le condizioni – ha detto Curcio - c'è un'istruttoria in corso che deve essere portata a termine e che presenteremo al Consiglio dei Ministri. Certamente è stato un evento importante».
Una giornata nervosa, convulsa quella vissuta ieri nel Sannio. Un altro avviso di criticità «arancione», proprio come quello che ha preceduto il disastro, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Anche il capo della Protezione Civile, che ha fatto tappa in prefettura per incontrare i sindaci dei comuni coinvolti e coordinare sul posto gli interventi necessari, mentre fuori la pioggia diventava incessante e dalla provincia arrivavano le notizie di esondazioni, smottamenti e strade interrotte. All'ingresso del Palazzo di governo la sfilata dei volti preoccupati dei primi cittadini sanniti, oltre agli stati generali delle istituzioni cittadine e regionali. Presente anche la Regione con l'assessore alle Attività Produttive Amedeo Lepore e il direttore del dipartimento della Protezione Civile Italo Giulivo. L'ufficio stampa della Regione ha poi reso noto che, nel corso dell'incontro operativo, «sono state comunicate le decisioni urgenti assunte in giunta sull'emergenza alluvione nel Sannio». Confermato l'ok alla richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale e raddoppiato lo stanziamento regionale per l'adozione di interventi urgenti e indifferibili: da 500mila euro al milione di euro. Chiesta anche una deroga al patto di stabilità per gli interventi legati agli eventi calamitosi. Resta però il nodo delle industrie, con 1500 posti di lavoro a rischio nel Sannio e le maggiori aziende ancora in ginocchio. Anche per questo la Regione ha stabilito un intervento di somma urgenza per l'area industriale, ieri sera di nuovo «invasa» dalle acque del Tammaro, che sarà coordinato dal sindaco Pepe, per inviare uomini e mezzi della Protezione civile nazionale. «Abbiamo immediatamente approvato - dice il governatore De Luca - la richiesta di stato di calamità e concordato il rafforzamento delle strutture della Protezione Civile nelle aree colpite. Riconfermiamo il nostro sforzo eccezionale, a cominciare dal ripristino delle infrastrutture viarie».
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