domenica 18 agosto 2013

BERLUSCONI: "NON MOLLO, RESISTO E VADO AVANTI". MINACCIA AL PD: CON DECADENZA GOVERNO A RISCHIO

«Farò sino all'ultimo l'interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio, io resisto. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio».
Parola di Silvio Berlusconi, che ieri sera in vivavoce si è rivolto così agli attivisti Pdl di Bellaria ,riviera riminese.

LA MINACCIA Silvio Berlusconi non intravede alcuna exit strategy giudiziaria dopo la condanna nel processo Mediaset e cresce a dismisura il nervosismo ad Arcore, ma anche tra le fila del Pdl che, come per un ordine di scuderia, ha alzato il tiro sul governo e avvertito il Pd: se in Giunta voterà per la decadenza del Cavaliere sappia che farà saltare Letta.
Non deve avere portato consiglio in quel di Arcore la nota del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Con il trascorrere dei giorni la matassa si ingarbuglia sempre di più e il Cavaliere, di umor nero, si sente sempre più stretto nell'angolo. Resta in trincea ad Arcore e con i suoi legali tenta di individuare ancora una possibile via di uscita che gli assicuri quella agibilità politica che gli consenta di rimanere in sella affrontando a testa alta anche le traversie giudiziarie. Ma, secondo quanto si apprende, ancora tutto resta in alto mare. Berlusconi sembra sempre meno convinto di ricorrere alla grazia e ripete: «Sarebbe come ammettere di essere colpevole»; e si guarda con trepidazione alle prossime mosse della Giunta delle immunità del Senato che il Pdl vorrebbe in qualche modo disinnescare.

Come? Semplice - dicono in coro nel centrodestra - basta che il Pd voti insieme al Pdl, e il Cavaliere sarebbe salvo e con lui tutto il governo. Oggi dal Pdl hanno martellato proprio su questo aspetto passando il cerino acceso nelle mani dei Democrat. Basta ascoltare le parole di esponenti come Antonio Leone il quale ha detto chiaro e tondo che se il Pd vota per la decadenza di Berlusconi da senatore, il governo Letta rischia grosso. Il messaggio è chiaro: per tenere in piedi Letta non si deve far cadere Berlusconi. E anche Fabrizio Cicchitto ha confermato la linea: senza la mediazione del Pd l'esecutivo va in panne. E certo - ha aggiunto - gli affondi di Zanda e Bindi non aiutano ma anzi avvelenano il clima.

Ma i Democrat continuano a volteggiare sul Cav e non fanno sconti anche a costo di mettere a repentaglio lo stesso governo. Rosy Bindi ha detto che non si piegherà mai al "baratto-ricatto" con la tenuta del governo, anche perché - ha argomentato - «se il Pd non voterà per la decadenza decreterà la propria
fine». Distanze siderali, dunque, che non promettono niente di buono per il Cavaliere, dato per spacciato anche da qualcuno che gli è vicino. E questo perché (come è noto), dopo Mediaset dietro l'angolo ci sono altre sentenze pesanti in arrivo: su Ruby e sulla compravendita di parlamentari.

Questa presa d'atto e di coscienza nel Pdl avrebbe generato una guerra intestina tra i falchi e le colombe, per spartisti i posti che contano, anche in vista della ristrutturazione del Pdl e quindi di nuovi organigrammi. Le colombe governative stanno fronteggiando uno degli assalti più feroci da parte dei rapaci doc. Amareggiati e preoccupati nel vedere Berlusconi proteso verso la "pitonessa" Daniela Santanchè perché - avrebbe spiegato - «Daniela è l'unica che mi difende».

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